martedì 27 ottobre 2009
Calendari 2010 dell'IRPWA
Saranno disponibile i lavori dei POW e dipinti a breve. Se siete interessati vi prego di mandare un mail a napoli32csm@gmail.com
giovedì 15 ottobre 2009
Noel Maguire verrà trasferito!!!
Sono stata informata che Jack Straw, ministro della Giustizia (UK), ha firmato i documenti di trasferimento il 5 ottobre 2009, il che significa che ora che è oggetto di un trasferimento a Maghaberry in qualsiasi momento.
Noel è attualmente detenuto nel carcere di Whitemoor, Cambridge, ma si pensa che che Noel sarà trasferito al carcere di Maghaberry questo mese.
Noel aveva inizialmente chiesto un trasferimento al carcere di Portloaise nella Repubblica d'Irlanda, per essere più vicino alla sua famiglia, ma tutte e cinque le sue domande sono state respinte dal ministro della Giustizia irlandese, nonostante il fatto che Noel è un cittadino irlandese in proprio e di un titolare di un passaporto irlandese. Inoltre, tutti i convenuti di Noel sono stati poi trasferiti nella Repubblica d'Irlanda, dove stanno scontando la loro pena.
Le ragioni che sono state date Noel dal governo irlandese per aver rifiutato il suo rimpatrio in Irlanda sono stati ingiustificata.
Dopo cinque tentativi falliti di applicazione per il trasferimento al carcere di Portlaoise, Noel ha deciso di applicare per il trasferimento al carcere di Maghaberry.
Noel è molto eccitato all'idea di essere trasferito e non si sa ancora se continuerà ad applicare di nuovo per il trasferimento al carcere di Portlaoise.
Italy 32CSM ringrazia tutte le persone che hanno scritto, chiamato e protestato per Noel e che hanno sostenuto sia noi che Noel in questa lotta che abbiamo finalmente vinto!
lunedì 12 ottobre 2009
John Brady
John Brady RIP
Statement 32 County Sovereignty Movement
6/10/09
On behalf on the 32CSM I would like to extend our deepest sympathies to the family of John Brady who died whilst in police custody.
We echo the concerns of the family and the broad republican movement that answers surrounding the circumstances of John’s death be immediately forthcoming.
The issue of sustained harassment of republicans by British forces cannot be divorced from the search for those answers.
Equally the use of the ‘Release Under Licence’ system as a mechanism to coerce political expression and as a blunt instrument to re-intern republicans on the flimsiest of grounds needs to be fully exposed.
Francie Mackey
Chairperson 32CSM
John non si è suicidato. La famiglia Brady parla con Suzanne Breen
Il repubblicano John Brady aveva litigato con il cognato mentre si trovava in permesso. E’ finito impiccandosi con i lacci in una cella della polizia paramilitare. La sua famiglia non crede si tratti di suicidio
“Mio figlio non si è ucciso. Non avrebbe dato quel piacere alla polizia, non gli avrebbe permesso di sconfiggerlo”, dice Margaret Brady. “E lui mi amava troppo per mettere fine alla sua vita. Sapeva che mi avrebbe annientato”.
Ci troviamo nel salotto di un’abitazione di Strabane. Di sopra il figlio di Margaret, John, giace in una bara. Indossa una maglietta da calcio – il suo amato Liverpool. Ma i simboli della sua altra passione sono tutti intorno. Un tricolore avvolge il suo corpo. I suoi guanti neri ed il basco sono presenti.
John Brady è stato trovato impiccato per i propri lacci nella stazione di polizia di Strand Road a Derry, lo scorso fine settimana. Aveva 40 ani. Aveva trascorso quasi metà della sua vita in carcere. I primi anni per reati repubblicani, compreso l’omicidio di un poliziotto. Gli ultimi 5 anni erano di vero internamento, dice la sua famiglia. Brady era stato incarcerato per nulla.
Un piccolo gruppo di sostenitori ha portato avanti una lunga campagna, senza sostegno della corrente politica, per farlo rilasciare. Alla fine, hanno avuto successo. Brady sarebbe stato rilasciato in maniera definitiva il prossimo mese. Aveva iniziato a ritornare a casa per il fine settimana.
Poi venerdì 2 ottobre è stato arrestato. Venne interrogato per l’aggressione e la minaccia di morte contro suo cognato avvenuta durante quella giornata, che John negò. La polizia lo trattenne per tutta la notte e si apprestava a presentare formale accusa. Così John Brady non sopportava di trascorrere ancora un lungo periodo in prigione o è successo qualcosa di più sinistro nella caserma di Strand Road, sabato scorso?
All’inizio, nessuno riteneva Brady potesse essersi suicidato. “Il suicidio sarebbe stata un’azione lontana da lui”, disse il suo amico Paddy Brown.
La casa si sta riempendo all’inverosimile di partecipanti alle esequie. Non solo dal Nord: repubblicani di Dublino, Cork, Kildare, Limerick e Monaghan sono presenti. Circa 100 persone hanno fatto la fila all’esterno in una notte fredda per entrare nella casa dove ha luogo la veglia. Le donne offrono sandwich e tè.
Ho aspettato così tanto il suo ritorno
“Venite di sopra”, qualcuno dice al Sunday Tribune. Superiamo una dozzina di uomini e donne in camicia bianca, cravatta e pantaloni nera nell’ingresso. “Aspetti qui un minuto, signore”, viene detto al nostro fotografo. Quindi siamo entrati nella stanza da letto dove giace Brady, un crocifisso sopra il feretro, un tricolore con l’arpa posizionato lì a fianco.
Quattro uomini con il passamontagna, giubbotto mimetico, pantaloni neri e stivali stanno di guardia. Due sono armati con pistole calibro .32; uno con un fucile AK-47. La stanza dice molto sulle complessità del Nord. Il duro mondo paramilitare viene attenuato dall’umanità della vita repubblicana di tutti i giorni – i paralumi e le tende del Liverpool acquistate da Brady mentre era in permesso. Tra le candele e le rose rosse, Margaret ha posizionato le cartoline che suo figlio le spediva dalla prigione. Una mostra la foto di un orso. “Mi manchi, non riesco a sopportare quando siamo lontani”, recita.
Margaret inizia a piangere: “Ho aspettato così tanto il suo ritorno a casa ma non dentro una bara. Se fosse stato ucciso mentre in servizio attivo, non mi sarei lamentata. Morire in una stazione di polizia quando non aveva fatto nulla di sbagliato è differente”.
Sono una famiglia molto repubblicana, dice la sorella di John, Lorna. “Mio padre era prigioniero IRA a Portlaoise negli anni Ottanta. Crescendo, John era come un padre per me. Quando avevo sei anni, mi portò a vedere Babbo Natale. on molti quattordicenni lo avrebbero fatto per la loro sorellina”.
Brady entrò nell’IRA a 16 anni, ricorda la madre: “Mi disse, ‘ Se mi ami, me lo lascerai fare’. E così feci. Il repubblicanesimo era dentro di te”. Brady venne condannato all’ergastolo per la morte del poliziotto della RUC David Black, avvenuta nel 1989. Suo fratello Ben e sua madre vennero accusati di nascondere informazioni.
“E’ difficile per una madre stare tra i suoi due figli in tribunale”, dice Margaret. “Ma John disse, ‘ Tieni alta la testa mamma’ e così ho fatto ed ero orgogliosa dei miei figli”. Ben ricevette una condanna a quattro anni; Margaret subì una condanna a du anni, con sentenza sospesa.
John Brady venne liberato con la licenza di rilascio anticipato ottenuta in base all’Accordo del Venerdì Santo del 1998. Entrò nello Sinn Fein ma venne subito deluso, accusando la dirigenza di “tradimento”. Entrò quindi nella Real IRA.
Nel 2003, venne arrestato insieme a due donne dalla polizia vicino al confine con il Donegal. Nell’auto venero trovate alcune pistole. Il trio fu arrestato ma in seguito il caso venne abbandonato. La Real IRA affermò che il motivo di tale azione era proteggere un informatore, il cui nome era conosciuto dalla formazione repubblicana.
Le due donne furono rilasciate, ma non Brady. “La sua licenza di rilascio anticipato fu revocata”, afferma Lorna. “Ma il caso giunse davanti alla Life Sentence Review Commission e sembrava molto favorevole. Quindi, ad un tratto, John fu accusato in base ad un indizio di DNA a basso numero di copie di aver cercato di assassinare un soldato a Tyrone nel 2002.
“Dopo che tale prova fu screditata nel processo per la bomba di Omagh, il caso contro John venne abbandonato. Ancora una volta, senza alcuna accusa loro (la polizia) non lo fecero uscire dal carcere di Maghaberry”. Non era mai depresso, riferisce la madre: “Non era difficile visitarlo. Gli altri visitatori piangevano quando lasciavano i prigionieri che erano giù di morale. A noi non succedeva mai perché John era sempre sorridente”.
Frustrato per essere tenuto in carcere senza accusa, Brady chiese al gruppo di sostegno ai prigionieri della Real IRA di toglierlo dalla lista. Poi, chiese il trasferimento dall’ala repubblicana a quella dei criminali comuni. “Ruppe tutti i legami con il movimento repubblicano”; riferisce Marian Price del 32 County Sovereignty Movement. “Non aveva altra scelta perché le autorità usavano ogni mezzo per tenerlo in prigione. E comprensibilmente voleva uscire e condurre una vita normale”.
Per le prossime cinque settimane, a Brady era stato concesso il rilascio sulla parola per i fine settimana e sarebbe stato liberato in maniera definitiva il mese prossimo. “La mia guerra è finita”, disse agli amici di Strabane. Restava un repubblicano ma credeva che la “lotta armata” non era la via da seguire. Quindi lo scorso fine settimana, si trovò invischiato in una disputa familiare.
La sorella più grande di Brady, Martina, è sposata con il vignettista politico John Kennedy, il cui lavoro viene pubblicato dal Mirror e da altre testate statunitensi. Kennedy è conosciuto per le sue politiche radicali e alcune illustrazioni sono state critiche sulla polizia paramilitare (la PSNI , Ndt).
Argomento
I Kennedy ed i Brady ruppero i rapporti due anni fa. Margaret Brady afferma che non poteva vedere suo nipote. Anche regali e cartoline venivano respinti al mittente.
Intorno alle 15 di venerdì 2 ottobre, John Brady era andato a prendere i figli di un amico dalla scuola di Barrack Street a Strabane.
Un litigio scoppiò con John Kennedy, anche lui a scuola per prendere il figlio. Subito dopo il fatto, Brady ha immediatamente informato il responsabile del progetto di pre-rilascio a proposito dell’incidente e si offrì di ritornare in carcere, afferma la famiglia.
Gli venne detto di contattare la polizia fornendo dettagli del suo alterco. La famiglia di Brady rivela che telefonò alla polizia e gli venne chiesto se voleva sporgere denuncia contro John Kennedy. Lui rispose di no, ma chiese di registrare l’incidente.
Intorno alle 20:30 la polizia arrestò Brady. John Kennedy aveva presentato una denuncia. “Mio fratello mi ha chiamato due volte dalla caserma”, prosegue Lorna. “Era su di morale. Sono andata a Strand Road sabato pomeriggio con un cambio di vestiti da dargli. Sono rimasta lì per due ore ma non mi hanno permesso di vederlo”.
L’avvocato di Brady, John Finucane, arrivò a Strand Road alle 21:30. Trovò il suo cliente, come sempre, calmo e rilassato. Indossava una maglietta del Liverpool. Da tifoso del Manchester United, Finucane scherzò con lui, dicendo che se avesse saputo di chi era tifoso, non si sarebbe presentato.
Finucane riteneva la polizia non avesse le prove per accusare Brady, che negava di aver aggredito o aver minacciato di morte Kennedy. Brady riferì di avere tre testimoni che sostenevano la sua versione del litigio. Fornì alla polizia i loro dettagli. Nonostante fosse stato tenuto in custodia per quasi 20 ore, fu interrogato per solo 42 minuti.
Alle 16, Finucane fu informato che il suo cliente stava per essere accusato formalmente. Non c’era panico nell’atteggiamento di Brady. Come avvocato aveva imparato a leggere, attraverso i cambiamenti nel comportamento o nell’espressione, se qualcuno era particolarmente vulnerabile. Alle 16:35 Finucane lasciò Brady nella stanza per i consulti legali e andò a parlare con la polizia.
Si trattenne 15 minuti, 20 al massimo. Quando ritornò indietro, trovò Brady penzolare dalla finestra, impiccato con i lacci delle scarpe da ginnastica. Chiamò subito la polizia. I paramedici provarono a rianimare Brady, ma era troppo tardi.
Finucane ha importanti domande sul motivo per cui Brady fu arrestato, in primo luogo. Se qualcuno avesse sporto denuncia contro qualcuno, gli avrebbero semplicemente chiesto di presentarsi presso una stazione di polizia in una data concordata, non arrestato in quella maniera. Pensa anche che Brady era stato accusato formalmente prima che il processo investigativo fosse adeguatamente concluso. Il giovane avvocato, il cui padre Pat fu assassinato nel 1989, comunicò la notizia ai Brady. “John FInucane telefonò e disse che aveva bisogno di vedermi”, ricorda Lorna. “L’ho incontrato nel parcheggio del supermercato Asda e mi disse che mio fratello era morto”.
Avendo saputo della morte di suo figlio, Margaret Brady tolse tutte le fotografie di sua figlia Martina – la moglie di John Kennedy – da casa. Però le foto dei tre nipoti restano in mostra.
“Pregherò per mia figlia ogni giorno della mia vita, ma non le parlerò più”, dice Margaret. “Nel mondo repubblicano, si coinvolge la polizia solo per lo stupro o gli abusi sui bambini. Certamente non si denuncia un prigionieri in licenza. Suo padre si rotolerebbe nella tomba”.
Margaret chiese ad un intermediario di riferire ai Kennedy, che vivono a soli 100 metri da casa sua, che sarebbe meglio se lasciassero Strabane. “Non era per vendetta. Gli animi si stavano surriscaldando. Ero preoccupata per ciò che possono farei residenti della zona. Ho tre nipoti che amo in quella casa e li voglio al sicuro”.
Lasciare il Nord
I Kennedy hanno lasciato il Nord. Il Sunday Tribune ha contattato John Kennedy via email per avere un commento, ma non ha ricevuto risposta. Ma le domande più scottanti riguardano il trattamento di John Brady mentre si trovava a Strand Row.
La famiglia vuole sapere perché John indossava ancora le scarpe da ginnastica e perché la polizia non lo riportò subito in cella quando Finucane lasciò la stanza dei colloqui.
Il repubblicano Gary Donnelly è stato interrogato molte volte a Strand Road: “Ogni volta che vieni portato là dentro, devi toglierti le scarpe, la cintura e la gioielleria. Mi chiesero perfino di togliere il cordoncino dai pantaloni della tuta da ginnastica.
“E’ una procedura standard così un prigioniero non può fare del male a sé stesso o ad un agente. Perché non è successo lo stesso con John? Ed è bizzarro che sia stato lasciato da solo nella stanza dei colloqui legali, uno degli unici luoghi della caserma senza una telecamera (di sorveglianza). Ogni volta che il mio avvocato lasciava la stanza, i poliziotti mi riportavano subito in cella”.
La polizia paramilitare è più dura a Derry, per la forte presenza repubblicana, rispetto ad altre parti del Nord, riferisce Donnelly. Più volte la polizia lo picchiò mentre era in custodia.
L’ex prigioniero dell’INLA Willie Gallagher conosceva bene Brady. “Vidi John la scorsa settimana ed era più ottimista che mai. Sperava di trasferirsi in Donegal quando sarebbe stato rilasciato in maniera permanente perché diceva che la polizia paramilitare non gli avrebbe mai lasciato in pace nel Nord. Aveva in programma lezioni di informatica. Non credo si sia ucciso. Ma, anche se così fosse, la polizia paramilitare gli ha fatto passare il segno e, come organizzazione, sono responsabili per la sua morte”.
I Brady non hanno alcuna fiducia nelle indagini del Police Ombudsman sulla questione. Mentre la guerra di John Brady era terminata, ironicamente la sua morte ha innalzato il sentimento repubblicano.
Nelle finestre principali delle case repubblicane di Strabane, i manifesti “Free John Brady”, stampati anni fa, restano al loro posto. Ora sono affiancati dalle bandiere nere a lutto. E sui muri, ci sono graffiti freschi: “John Brady è libero. Riposa in pace, Amico”.
lunedì 5 ottobre 2009
Rinvenuto in una cella di una stazione di polizia di Derry il corpo privo di vita di John Brady
Rinvenuto in una cella di una stazione di polizia di Derry il corpo privo di vita di John Brady
John Brady, 40 anni e noto repubblicano, è stato rinvenuto morto nella stazione di polizia di Strand Road di Derry, dove era stato portato a seguito dell’arresto avvenuto lo scorso venerdì. Pare sia stato sottoposto ad interrogatorio in relazione ad un assalimento. Il condizionale è d’obbligo soprattutto se si cerca di far luce sulle cause del decesso.
Fonti della polizia e lo stesso Police Ombudsman Al Hutchinson citano tra le ipotesi più fondate, quella del suicidio.
Intanto è stata fissata per lunedì 5 ottobre l’autopsia.
“Il nostro ufficio ha bisogno di condurre un’indagine equa, indipendente e imparziale sulla sua morte.”
“E’ importante in questo momento di dolore che la famiglia del Sig Brady ha il nostro supporto e sicuramente la nostra assicurazione che verrà condotta un’indagine equa e imparziale sulle cause della morte”, ha dichiarato Hutchinson.
John Brady venne accusato nel 2002 di aver piazzato una bomba sotto l’auto di un ex soldato del RIR. La causa sfumò a favore di Brady perchè basata su insufficienti tracce di DNA.
Venne arrestato nel 1989 per l’uccisone di un poliziotto. Nel 1991, si dichiarò colpevole di aver ucciso il Reserve Constable del RUC David Black. Fu inizialmente rilasciato con licenza nel 1998, dopo l’accordo del Venerdì Santo, licenza successivamente revocata e Brady fu costretto a ritornare in carcere nel novembre 2003.
Doherty, Sinn Fein, ha definito la morte di John Brady come “una tragica perdita”.
“Ci sono ovviamente problemi di grave preoccupazione su come John Brady sia morto durante le ore diurne, quando si trovava in custodia della polizia”, ha detto.
“Mentre tutti i dettagli che circondano questa morte non sono chiare, è essenziale che ci sia un’indagine completa e aperta da parte del Police Ombudsman”.
Il mistero sulla morte di John Brady si va ad aggiungere alla notizia dei giorni scorsi della sospensione dal servizio di alcuni membri del personale carcerario di Maghaberry, indagati per la morte di John Anthony Deery, 50 anni, trovato nella sua certa e spirato al Royal Victoria Hospital di Belfast. Su questo caso è stata aperta un’inchiesta dal Police Ombudsman Pauline McCabe.
(*Nota)
Per dovere di cronaca, anche se in assenza di notizie certe e confermate, riteniamo opportuno rilevare le dichiarazioni della famiglia di John Brady, totalmente contraria all’ipotesi di morte per suicidio. Si parla di un alterco avvenuto nel pomeriggio di venerdì tra John e il cognato. Brady è stato poi arrestato con l’accusa di minaccia. L’avvocato difensonre gli ha parlato per l’ultima volta alle 15 circa di sabato ed ha riferito alla famiglia di averlo trovato in gran forma e in attesa di essere liberato dal carcere dopo la conferma della sua versione dei fatti da parte di testimoni. Alle 16 l’avvocato ha richiamato i familiari informandoli della morte del loro caro. E’ dato a sapeere che il corpo sia stato rinvenuto in una ’stanza’ senza specificare se si trattasse della sala interrogatori o della sala di consultazione giuridica.