venerdì 17 ottobre 2008

Irlanda. Il prigioniero repubblicano Aidan Hulme riceve cure mediche


Irlanda. Il prigioniero repubblicano Aidan Hulme riceve cure mediche

di Tommaso Della Longa

Squilla il telefono. Iniziano ad arrivare sms. La notizia è confermata: il prigioniero repubblicano irlandese Aidan Hulme ha avuto le prime cure mediche dopo 237 giorni e soprattutto dopo che nelle ultime settimane si era temuto il peggio. Un piede che rischiava la cancrena, un corpo umano che non riusciva più a sostenere i tanti medicinali presi quotidianamente. E tutto questo avveniva nel silenzio di media irlandesi ed europei. Con la politica che rimaneva alla finestra facendo finta nulla, come se i militanti della causa repubblicana, quelli che ancora non si sono rassegnati a veder sventolare la Union jack a Belfast e Derry, fossero cittadini di serie inferiore.
Quando la scorsa settimana abbiamo conosciuto il portavoce italiano del movimento 32Csm (County Sovereignity Movement) Saoirse Harte, avevamo capito che la situazione era grave e che, soprattutto, nessuno nel mondo del politicamente corretto si sarebbe mosso. C’era bisogno di fare tutto il possibile per Aidan Hulme. Lo dovevamo a questo ragazzo, alla sua famiglia, ai suoi compagni di lotta, ma soprattutto al popolo e alla causa irlandese. Un interesse, una comunità di intenti che ha radici nel passato e che non poteva non trovare la nostra vicinanza anche oggi. Così, il nostro quotidiano si è messo subito a disposizione, facendo tutto il possibile: una pagina di intervista a Saoirse Harte e poi una campagna quotidiana in prima pagina in cui si ricordava da quanti giorni Aidan era senza cure e rischiava la vita nel carcere di Portlaoise, badate bene, non nel Regno unito, ma in Irlanda.
Quando abbiamo saputo della vittoria, abbiamo gioito. Quando abbiamo scoperto che il passo in avanti è stato fatto anche per la mobilitazione internazionale, abbiamo pensato che non servono grandi mezzi per incidere sulla realtà. Quando, infine, il movimento repubblicano ci ha ringraziato ufficialmente, l’emozione si è fatta largo.
Così, la mobilitazione umanitaria internazionale ha vinto. Aidan, che da mesi aspettava urgenti cure mediche, è stato finalmente visitato da uno specialista. E potrà anche essere portato in una struttura esterna al penitenziario.
L'agenzia di stampa Inedita, durante la scorsa settimana, aveva portato la notizia in Italia e aveva interpellato l'ambasciata irlandese. Martedì Inedita ha ricevuto una mail dall'ufficio stampa della rappresentanza in Italia di Dublino. “L'addetto stampa – spiegavano - ha ricevuto la risposta dall'Irish Prisoner Service, i quali riferiscono che il prigioniero in questione ha ricevuto tutte le cure mediche necessarie ed è anche stato portato in visita ad un ospedale esterno”. Dall'Irlanda, invece, confermavano le gravi condizioni di Aidan. Poi la buona notizia, giunta in Italia mercoledì sera.
“L'Irpwa (Irish republican prisoners welfare association) – si legge in un comunicato del portavoce del gruppo, Marian Price - accoglie con favore gli ultimi sviluppi della campagna per Aidan Hulme, ringraziando, a nome dei prigionieri di guerra, tutti quelli che si sono mobilitati. Il direttore del penitenziario di Portlaoise si è accordato con i prigionieri e ha dato il permesso ad Aidan di essere visitato anche all'esterno”. Inoltre è stato assicurato che “entro la fine del mese sarà pianificato e sviluppato un programma per dare le cure necessarie al prigioniero, permettendo così un controllo continuo della sua salute”. Così da oggi in poi il prigioniero irlandese Hulme dovrebbe ricevere (e il condizionale in un caso del genere è purtroppo d'obbligo) le necessarie cure mediche. Adesso però i due governi d'Irlanda dovrebbero imparare a non trattare come cittadini di “serie b” i militanti della causa repubblicana, per non dover mai più temere per la sorta di alcun prigioniero o peggio piangere ragazzi come Kevin Murray, lasciato a morire in carcere senza alcuna cura specialistica. Saoirse Harte, dall’Italia, ha poi voluto “ringraziare i media italiani che si sono mobilitati per la causa di Aidan Hulme, in particolare il quotidiano Rinascita e l'agenzia di stampa Inedita”.
Infine, abbiamo saputo che il giovane repubblicano detenuto è molto riconoscente per il supporto arrivato anche dall’Italia. Ora ci aspetta per conoscerci in una visita nel penitenziario. E noi non mancheremo.


http://www.rinascita.info/

Nessun commento: